laboratorioRoma.it
Vai ai contenuti

S. Maria ai Monti

i percorsi di ALR
storia architettonica di Santa Maria ai Monti
Premessa
Per quanto l’architettura barocca romana abbia prodotto i suoi migliori capolavori dopo il 1630, alcune delle intenzioni basilari del barocco si manifestarono molto prima, in particolare durante il Tardo Rinascimento. La motivazione alla base di questo obiettivo era quello di creare condizioni ed ambienti che avessero forti impatti emotivi e persuasivi, e di considerare ogni singolo edificio come espressione di un sistema di valori universali. Si determinò quindi un sistema in cui chiese e palazzi cominciarono ad interagire con gli spazi circostanti e con gli ambienti che facevano loro da contorno: questo, in virtù dell’introduzione di un asse longitudinale che “aprì ” le forme architettoniche tradizionali, sufficienti per se stesse. La disposizione interna degli edifici divenne, quindi, anche una funzione dell’asse principale: le chiese, comunque, costituendo il “focus” principale di un sistema significativo complesso, avevano anche bisogno di un asse verticale intorno al quale lo spazio principale fosse organizzato ed esteso. Queste intenzioni generali si manifestarono subito nei lavori di Giacomo della Porta che è stato ed è tuttora considerato da molti un architetto di secondaria importanza. Ciò può essere dovuto al fatto che egli principalmente abbia terminato i progetti di altri architetti o che abbia lasciato molti dei suoi edifici da completare ai suoi allievi e successori. Ad ogni modo, è stato dimostrato come il della Porta abbia avuto un potere inventivo eccezionale, dando un apporto essenziale allo sviluppo del barocco romano di chiese e di palazzi, come nel caso specifico della chiesa di Santa Maria ai Monti (o della Madonna dei Monti), che divenne in seguito un esempio tipico da seguire ed imitare.

S. Maria ai Monti in una incisione di G. Vasi del 1759

Storia di Santa Maria ai Monti
La chiesa di Santa Maria ai Monti o della Madonna dei Monti, si trova al centro del rione Monti ed è una di quelle chiese-gioiello, non molto nota e spesso dimenticata dai romani, erede di una storia lunga e di una ricchezza spirituale straordinaria. Nel luogo in cui sorse la chiesa vi era un antico monastero del XIII secolo che ospitava una comunità di Clarisse. All’inizio del XV secolo in una sala del monastero fu affrescata l’immagine della Madonna con il Bambino e alcuni Santi. Quando la comunità delle Clarisse abbandonò il complesso, le sale del monastero furono adibite sia ad abitazioni che ad altri scopi e addirittura una, come la sala dell’affresco, fu utilizzata come fienile. Ma proprio lì, davanti a questa immagine, un giorno di aprile del 1579 l'edificio fu interessato da numerose scosse, simili ad un terremoto, e tutti gli abitanti pensarono fosse infestato dagli spiriti. Si udì anche una voce che pregava di non far male al bambino: a parlare era stata un affresco rappresentante la Vergine con il Bambino, rinvenuto in una cavità di un muro. La notizia, naturalmente, si sparse per tutta Roma, richiamando un gran numero di persone; iniziarono a verificarsi guarigioni miracolose. Il ripetersi dei miracoli e la gran folla che ogni giorno si accalcava dinanzi alla casa convinsero papa Gregorio XIII a far rimuovere l’affresco e a dare incarico a Giacomo della Porta, che aveva già portato a compimento la costruzione della chiesa del Gesù iniziata da Jacopo Barozzi, detto "Il Vignola", di costruire la chiesa di Santa Maria ai Monti dove custodire l’immagine miracolosa della Vergine col Bambino. La Chiesa di Santa Maria dei Monti fu la seconda chiesa dell’Ordine dei Gesuiti dopo la chiesa del Gesù, ed anch’essa, come la precedente, costituì il modello sul quale furono costruite migliaia di altre chiese in tutto il mondo.
facciata di S. Maria ai Monti
Architettura di Santa Maria ai Monti
La chiesa è un tipico esempio di architettura della Controriforma, il cui modello si nota anche nella facciata della chiesa del Gesù. La costruzione della chiesa è considerata come una svolta importante nella storia dell'arte, perché portata avanti secondo lo spirito dei decreti del Concilio di Trento: fu progettata a navata unica, perché l'attenzione dei fedeli fosse concentrata sull'altare e sul celebrante. Dando tanta importanza alla direzione unica dell’interno della chiesa, concentrandosi sull’asse principale longitudinale, e sull’ascesa verticale, affermando notevolmente il trama sculturale delle forme delle colonne, Giacomo della Porta smussò l’equilibrio e la regolarità nell’architettura sacra del Rinascimento. Insieme con il movimento forzato in avanti della navata, la facciata rappresentò una nuova “psicologia” dell’architettura in cui la chiesa fu orientata verso il fedele. Fu la combinazione delle forme dinamiche di Michelangelo e la fortissima tensione della chiesa della Madonna ai Monti alla preghiera e alla venerazione, a creare un forte ponte dall’architettura del Rinascimento a quella del Barocco. Da notare che sulla progettazione della chiesa della Madonna dei Monti di Giacomo della Porta esercitò una grande influenza la pianta longitudinale della chiesa del Gesù del Vignola. Infatti fu proprio Giacomo della Porta a completare la chiesa del Gesù, dopo la morte del Vignola e a disegnare sia la facciata principale che la cupola della chiesa ad imitazione della cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano, dopo la morte di Michelangelo, quando egli divenne il capo della “fabbrica”. La Chiesa della Madonna ai Monti, realizzata con uno stile tra il rinascimentale ed il barocco, ebbe una grande influenza sull'architettura sacra delle chiese barocche in Italia e nel mondo, fino ad ispirare il termine, oggi assai contestato, di "stile gesuitico". All’apice dello sviluppo dello stile barocco (1630-1660), l’architettura barocca romana fu austera negli effetti e magnifica nelle forme, ma le sue origini furono piuttosto semplici e modeste. Gli edifici che segnarono l’inizio di quel nuovo stile sono difficili da distinguere da quelli che li precedettero. Nelle chiese barocche, gli spazi guadagnarono una nuova importanza costitutiva in quanto furono disegnati con elementi spaziali intercambiabili, modellati secondo forze interne ed esterne. Si potrebbe, naturalmente, anche parlare di spazi in rapporto all’architettura del Rinascimento, ma come un uniforme continuum suddiviso da membri architettonici geometricamente disposti. Gli spazi barocchi che seguirono il Rinascimento, al contrario, non potevano essere percepiti ed eseguiti in quel modo perché essi contenevano forti differenze di qualità, correlate a proprietà quali movimento, aperture e chiusure. Molti esperti di architettura barocca dissero che ”la più grande innovazione fu che lo spazio non circondò l’architettura ma, invece, la creò”. La pianta di questa chiesa mostra una disposizione longitudinale, di tipo a croce latina, con tre cappelle per parte, un grande transetto e un’ abside non troppo sporgente. Sull'altare maggiore è possibile ammirare la miracolosa immagine della Vergine con Bambino a cui si deve l'edificazione della chiesa. Per quanto il Vignola avesse disegnato diverse facciate, il Cardinale Farnese trovò che nessuna di esse fosse soddisfacente, in quanto riteneva che il progetto della facciata proposto dall’ormai vecchio architetto non riflettesse lo spirito dei nuovi tempi. Scelse così il progetto della facciata del più giovane Giacomo Della Porta, un architetto la cui buona reputazione era basata sul suo successo nel portare a termine alcuni progetti incompleti di Michelangelo, dopo la sua morte, nel 1564. La facciata progettata dal Della Porta ebbe un nuovo effetto paragonato alle chiese rinascimentali romane a due piani, con le loro rientranze o vani di uguali dimensioni e aspetti. Giacomo Della Porta, allievo del Vignola e di Michelangelo, modificò infatti il progetto originario, inserendo nella parte superiore due volte laterali. La facciata, derivata da quella del Gesù, progettata dal Vignola, si presenta a due ordini di lesene. Con i volumi, le masse ed i giochi di luci ed ombre che anticipavano il Barocco, la facciata fu attentamente orientata verso le vie e la piazza circostante: la chiesa si erge maestosa, come un grande portale che invoglia i viandanti ed i fedeli ad entrare all’interno. La monumentalità della facciata è un effetto dovuto allo slancio verticale enfatizzato da numerosi elementi classici: le colonne e i due ordini pilastri corinzi raddoppiati, collegati tra loro da volte, così come la “timpanatura” del portale d’accesso, punto focale dell’intera facciata. Sopra il portale fu posta un'iscrizione di dedica. Ai lati furono inserite due nicchie votive. La cupola riprodusse, in piccolo, quella di San Pietro, a otto spicchi, con tamburo finestrato.
particolare della facciata
cupola
opere d'arte della chiesa
Risalgono al 1599 le statue di Giovanni Anguilla con i quattro profeti maggiori dell'Antico Testamento che si trovano nelle nicchie della cupola. L'abside fu decorata da Giacinto Gimignani e Cristoforo Casolani; quest'ultimo dipinse gli affreschi dei quattro Evangelisti che si trovano nella cupola e gli affreschi del soffitto che rappresentano l'Ascensione, Angeli e Dottori della chiesa. In ognuna delle otto sezioni della cupola sono rappresentate scene della vita della Beata Vergine di vari artisti, mentre nelle volte e negli archi delle cappelle sono posti stucchi rappresentanti angeli opera di Ambrogio Buonvicino. L'altare maggiore, opera del Della Porta, è costituito da una edicola sormontata dalle statue del Salvatore tra Angeli e contenente la miracolosa immagine della Vergine con il Bambino più conosciuta come Madonna dei Monti, alla quale si deve l'edificazione della chiesa. Le cappelle di sinistra contengono lavori di Durante Alberti (Annunciazione), Cesare Nebbia (Adorazione dei Magi ed Il sogno di San Giuseppe, e Girolamo Muziano (Natività). La prima cappella a destra contiene un dipinto della Madonna con bambino e San Carlo Borromeo, e scene della vita di San Carlo Borromeo opera di Giovanni da San Giovanni. Nella seconda cappella a destra si trovano i dipinti della Pietà, copiata da quella di Lorenzino da Bologna da Antonio Viviano, il portar della croce sul Calvario del Nogari e la Resurrezione del Salvatore di Giovanni Battista Lombardelli della Marca. Nella terza cappella si trova un dipinto dell’Annunziata del Guidotti. Nel soffitto si trova un affresco di Cristoforo Casolani, che ha dipinto l’Ascensione, gli Angeli e i Dottori della Chiesa. Nella volta e negli archi delle cappelle vi sono degli angeli di stucco, opere di Ambrogio Buonvicino.
In Santa Maria ai Monti si trova la tomba del santo francese Benoit-Joseph Labre che morì nel 1783 fuori della chiesa. I suoi vestiti sono custoditi come reliquie.
interno
altare maggiore
affresco della volta
immagine della Madonna dei Monti
sepolcro di S. Benedetto Giuseppe Labre
Alessandro La Rocca - 2010
l'indirizzo mail di Alessandro La Rocca è: ACALAMOSCA@verizon.net
created by Web Expression X5 pro
Torna ai contenuti