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la Madonna della Consolazione

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la Madonna della Consolazione
Il monte Tarpeo, nella storia di Roma, è stato uno dei luoghi riservati alle esecuzioni capitali. E’ noto come nell’antica Roma i traditori della patria fossero fatti precipitare dalla Rupe Tarpea, ma l’area del Campidoglio anche nei secoli successivi assistette alle esecuzioni dei condannati, per lo più tramite impiccagione.
Nel 1385, il nobile Giordanello degli Alberini, in attesa di venire giustiziato, dispose nel suo testamento il lascito di due fiorini d'oro affinché fosse qui dipinta un'immagine di Maria Vergine; i condannati, secondo l’intenzione di Giordanello, prima di venire giustiziati, vedendo quell'immagine, avrebbero detto una preghiera e attinto coraggio per quegli ultimi istanti di vita: quella Madonna sarebbe stata per loro datrice di consolazione.
La piccola icona fu realizzata sul muro esterno di un granaio appartenente alla famiglia Mattei, che si trovava proprio sotto la Rupe Tarpea, e qui vi rimase per quasi un secolo. Fu, questa, una delle tante immagini di Madonna che Roma cristiana dei secoli scorsi amava far dipingere ed esporre su palazzi o agli spigoli degli incroci, come a rappresentare una garanzia cli protezione divina agli abitanti e richiamo di religiosità ai passanti.
Il 26 giugno 1470 un fatto strepitoso richiamò l'attenzione di molti romani a quell'immagine.
Un giovane era stato accusato, assieme ad altri compagni, dell'omicidio di un altro giovane. I suoi compagni l'avevano proclamato innocente ma lui, sottoposto alla tortura, s'era confessato colpevole pur essendo effettivamente innocente, e condannato alla forca.
Per arrivare al luogo dell'impiccagione sul monte Tarpeo, la carretta che trasportava i condannati dalle carceri doveva passare accanto alla sacra immagine. Il giovane condannato alzò occhi imploranti a quel volto di Madonna affrescata e La invocò che si facesse luce sulla sua innocenza; continuò poi quelle preghiere che aveva iniziato davanti all'edicola sino al luogo del supplizio. Quando la corda strinse il collo si constatò che non stava soffocando nonostante penzolasse e quindi venne immediatamente liberato. Il giovane raccontò che la Madonna gli aveva parlato, dicendo "Vai, perché sei consolato!", e una mano invisibile lo aveva sostenuto. Subito si sparse per la città la notizia dello straordinario prodigio del giovane non strangolato dal capestro.
Il popolo, preso dall'entusiasmo, accorse a vedere l'immagine mariana e alla curiosità subentrò la devozione. Da allora s'intensificò la venerazione a quell'immagine che, dalle parole dette al giovane condannato, s'incominciò a chiamare la “Madonna della Consolazione”. Di giorno in giorno andò crescendo il numero dei devoti di quest'immagine e iniziarono ad affluire doni e offerte per grazie ricevute. Crescendo la devozione, si impose la risoluzione di assicurare un più dignitoso culto all'immagine del miracolo, troppo esposta alle intemperie.
Se ne interessò particolarmente la Confraternita di S. Maria in Portico, che con l’ausilio delle molte offerte di diverse Corporazioni di Arti e Mestieri, dette avvio alla costruzione di una piccola chiesa che fu consacrata il 3 novembre 1470. L’icona mariana fu staccata dal muro originario e posta nella chiesa che, ampliata più volte e infine riedificata nel XVI secolo, è l’attuale S. Maria della Consolazione.
© Sergio Natalizia - 2021
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