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Fori imperiali

Vetrina > Aree archeologiche
Fori imperiali
Indirizzo: Via dei Fori Imperiali - rione Monti
Archeologia romana - area archeologica
Datazione: I secolo a.C.
Scheda
Alla fine del periodo repubblicano, quando Roma era ormai divenuta la capitale di un enorme impero che si estendeva dalla Gallia all’Asia Minore, l’antico Foro romano si rivelò insufficiente alle funzioni di centro amministrativo e monumentale della città. Giulio Cesare, nel 54 a.C., provvide per primo alla realizzazione di una nuova piazza, considerata all’inizio come un semplice ampliamento del Foro repubblicano. Al Foro di Cesare seguirono il Foro di Augusto, il Foro Transitorio (costruito da Domiziano e inaugurato da Nerva) ed, infine, il Foro di Traiano certamente il più grandioso. L’insieme di queste aree archeologiche costituisce, da un punto di vista urbanistico, un complesso organico ridenominato in epoca moderna dei “Fori Imperiali” che si estende tra il Campidoglio ed il Quirinale. Tra il 1924 ed il 1932 i Fori Imperiali vennero riportati alla luce a seguito della demolizione degli edifici costruiti nell’area per la realizzazione dell’attuale Via dei Fori Imperiali.
Foro di Cesare
Indirizzo: via dei Fori Imperiali - rione Monti
Datazione: I secolo a.C.
La necessità di rinnovare le strutture amministrative e giudiziarie più antiche e di adeguarle alla nuova dimensione della città fu il pretesto che Giulio Cesare utilizzò per realizzare uno dei maggiori complessi architettonici dell’epoca, legandolo indissolubilmente al suo nome e a quello della sua famiglia: la gente Giulia. Il foro era costituito da una piazza rettangolare pavimentata in lastre di travertino, con portici su tre lati e con il tempio di Venere Genitrice incassato nel lato settentrionale. L’edificio era destinato al culto della dea, in quanto nume tutelare e mitica progenitrice della gente Giulia, tradizionalmente originata dal suo amore per Anchise, padre del capostipite Enea. Con l’inserimento di questo tempio, Cesare trasformò implicitamente la pubblica piazza in un vero e proprio “santuario” della sua famiglia, che utilizzò talvolta, alla stregua di un palcoscenico, come quando vi ricevette il senato al completo, nel 44 a.C., rimanendo seduto davanti ad esso invece di alzarsi in piedi in segno di deferenza e come previsto dal protocollo.
La morte di Cesare provocò certamente una sospensione delle attività che ripresero nel 42 a.C. e furono conclusi nel 29 a.C. da Augusto. Interventi di modifica furono effettuati da Traiano e soprattutto, a seguito dell'incendio del 283 d.C., Diocleziano e dopo di lui Massenzio vi posero mano per riparare i gravi danni subiti.
Foro di Augusto
Indirizzo: Piazza del Grillo, 1
Datazione: I secolo a.C.
Secondo in ordine di tempo ed inaugurato nel 2 a.C., il Foro di Augusto era limitato sul lato di fondo da un grandioso muro di 33 metri di altezza in blocchi di peperino e pietra gabina, che lo isolava dal popolare quartiere della Suburra. Nel muro si aprivano due ingressi: il primo a nord, a tre arcate e il secondo, noto anche come Arco dei Pantani, ad una sola arcata. Il foro si articolava in una piazza rettangolare, fiancheggiata da portici; sul fondo vi era il Tempio di Marte Ultore preceduto da ampia scalinata. In epoca medievale il podio del tempio venne occupato dalla chiesa di San Basilio, ora scomparsa. La costruzione del tempio cdi Marte Ultore fu decisa prima della battaglia di Filippi (42 a.C.); il tempio venne inaugurato però soltanto nel 2 a.C. Era un grandioso edificio in marmo bianco di Carrara con 8 colonne sulla fronte e 7 sui lati lunghi; di queste rimangono soltanto le ultime tre del lato sud-orientale sormontate dall’architrave, insieme al pilastro di fondo. La cella terminava con un'abside entro cui erano collocate le statue di culto di Marte, di Venere e, forse, del Divo Giulio. Nel tempio si svolgevano anche riunioni del Senato e cerimonie religiose. L’edificiosi presenta oggi con un alto podio costruito in blocchi di tufo, preceduto da una imponente gradinata centrale. La piazza del foro era circondata da ampi portici e da due esedre semicircolari provviste di nicchie rettangolari, a due piani. All’interno delle nicchie erano collocate statue di trionfatori e di membri della famiglia Giulia. L’attico era ornato da Cariatidi e trofei. In questi ambienti si svolgevano le attività giudiziarie dei pretori urbani, che si occupavano delle cause civili. Nella tarda antichità vi si esercitarono anche funzioni educative e scolastiche.
Foro della Pace o di Vespasiano
Indirizzo: Largo Corrado Ricci – rione Monti
Datazione: I secolo
Il Foro della Pace fu fatto edificare da Vespasiano tra il 71 e il 75 d.C. per commemorare la vittoria giudaica del 70 d.C. Si tratta di una grande piazza rettangolare circondata su tre lati da un portico e con un tempio sul lato di fondo, dedicato alla Pace. Sui lati settentrionale e meridionale del portico si trovavano due esedre rettangolari, una delle quali si conserva ancora sotto la Torre dei Conti. Ai lati del tempio erano quattro grandi aule, due per lato, dove probabilmente avevano sede anche delle biblioteche; uno di questi ambienti fu trasformato nel corso del VI secolo nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Distrutto da un incendio sotto Commodo nel 192, il foro fu restaurato da Settimio Severo. Subì nuovi danni nel V secolo, cui seguì l’abbandono; in epoca alto-medievale l’area fu utilizzata come luogo di sepoltura, come indicano alcune tombe databili al VI-VII secolo.

Foro di Nerva o Transitorio
Indirizzo: via dei Fori imperiali - rione Monti
Datazione: I secolo
Il Foro fu costruito da Domiziano, ma inaugurato solo dopo la sua morte dal suo successore Nerva nel 97 d.C. La denominazione di Transitorio deriva dal fatto che fu ricavato nello spazio stretto e lungo compreso tra il Foro della Pace, il Foro di Cesare e il Foro di Augusto, nell’area prima attraversata dall’Argiletum, importante via di comunicazione tra il Foro Romano e la Suburra. Data la ristrettezza dello spazio, non presenta portici come gli altri fori imperiali, ma un colonnato posto a brevissima distanza dal muro di fondo, cui era collegato da brevi architravi. Sul lato breve verso la Suburra era un tempio dedicato a Minerva, protettrice di Domiziano. Del colonnato rimangono soltanto due colonne (chiamate “le colonnacce”) ed un tratto del muro di fondo sul lato verso l’attuale via Cavour. Sull’attico è un bassorilievo con la figura di Minerva, mentre sul fregio sono raffigurate scene di lavori femminili. Alle spalle del tempio di Minerva si trova una grande esedra a ferro di cavallo, la Porticus absidata, che costituiva un accesso monumentale dalla Suburra al foro. Durante il periodo altomedievale l’area del Foro di Nerva venne occupata da una serie di abitazioni costituite da un piano terra con portico ed un primo piano, collocate lungo una strada sorta sopra la pavimentazione della piazza del foro. Si tratta dell’unico esempio rinvenuto a Roma di case di età carolingia, databili alla metà del IX secolo d.C. Tra il 1566 e il 1572 fu realizzato un grande condotto fognario, il cosiddetto “Chiavicone”, per bonificare la zona divenuta malsana. Nel 1606 il tempio di Minerva, fino a quel momento ben conservato, fu distrutto da papa Paolo V per realizzare, con i suoi materiali recuperati, il fontanone dell’Acqua Paola sul Gianicolo.
Foro di Traiano
Indirizzo: via dei Fori imperiali - rione Monti
Datazione: I secolo
La costruzione del Foro di Traiano fu probabilmente motivata, oltre che da intenti celebrativi, dalla necessità di un massiccio ampliamento degli spazi disponibili per l’amministrazione della giustizia che dal Foro Romano si era spostata in buona parte, alla fine della repubblica, in quello di Cesare e poi, principalmente, in quello di Augusto.
Il complesso, realizzato tra il 95 e il 105, consisteva in una grande piazza rettangolare, nella quale sorgeva la statua equestre colossale dell’imperatore (Equus Traiani), fiancheggiata da profondi portici con emicicli sui due lati lunghi, chiusa a sud da un gigantesco colonnato di marmi colorati e a nord dal maestoso prospetto della Basilica Ulpia a ridosso della quale si trovavano le due biblioteche, con al centro la Colonna Istoriata e il Tempio del Divo Traiano. Il Foro fu realizzato per celebrare la vittoria sul popolo dei Daci, sconfitti in due successive durissime campagne militari, la cui nazione fu trasformata nella nuova provincia della Dacia e ai quali fu sottratta una preda bellica tale da finanziare largamente l’impresa edilizia. Per la costruzione del Foro, Traiano si servì dell’opera di Apollodoro di Damasco, il celebre architetto che aveva già eseguito grandi lavori per l’imperatore.
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