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il Campidoglio

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L'architettura del Campidoglio
L’antico “Capitolium” (Tempio di Giove Capitolino), centro mirabile del paganesimo romano, e il più importante dei templi costruiti in Roma e in tutto lo stato, fu dedicato a Giove Ottimo Massimo, Giunone e Minerva, le tre divinità della triade capitolina.
Il Capitolium fu chiamato così fin dell’inizio della costruzione delle sue fondazioni nel 533 a.C. in seguito alla scoperta del teschio (caput) del condottiero romano Aulo Vibenna. Gli “Auguri”, rivolgendosi ai ”legati” del Re Tarquinio il Superbo, profetizzarono ”Andate o Romani, annunziate che sarà destino che il luogo dove avete scoperto il teschio sia capitale dell’Italia tutta”. Da quel tempo in poi il Capitolino venne detto “Luogo della scoperta”. Dopo la costruzione del tempio di Giove venne chiamato dai romani ”Aureum Capitolium Fulgens”. Il “Tabularium”, un importante edificio di età tardo-repubblicana che aveva la funzione di conservare la “Tabulae” di bronzo con le leggi e gli atti ufficiali dello stato romano, fu anche la sede della zecca in età repubblicana e fu costruito nel 78 a.C.
Possiamo avere un'idea del Campidoglio in epoca imperiale attraverso il grande plastico conservato a Roma, al Museo della Civiltà Romana. Così doveva presentarsi il Campidoglio visto dal Foro, il centro della città antica: sull'altura maggiore, il Capitolium, il grande tempio di Giove e sulla destra, nel punto più alto dell'Arx, dove ora si trova la chiesa dell'Ara Coeli, il tempio di Giunone Moneta. Più in basso, nel 78 a.C. al tempo di Silla, fu realizzato il Tabularium, l'Archivio generale dello Stato: un enorme edificio, elevato su un gigantesco muro di sostegno, percorso in tutta la sua lunghezza da una galleria con grandi aperture sul Foro.
ricostruzione virtuale
veduta virtuale
All'inizio del IV sec. d.C. Roma ha raggiunto l'apice della sua estensione e della sua ricchezza monumentale. Ora comincerà la parabola discendente. Le scelte dell'imperatore Costantino preparano mutamenti epocali: la nascita di una nuova capitale in Oriente, Costantinopoli, e il riconoscimento della Chiesa cristiana cambieranno radicalmente le sorti della città. Ormai decentrata nell'ambito dell'Impero e poi travolta da incursioni barbariche e guerre, lo splendore urbanistico della Roma classica tramontò rapidamente. I templi del colle capitolino ormai privi di significato, saccheggiati e abbandonati diventarono ruderi sparsi fra la vegetazione. In età medioevale fu edificata una fortezza sulle sue rovine ed, in seguito, il Tabularium fu utilizzato per funzioni amministrative della città; poi progressivamente, il Colle fu abbandonato e quasi dimenticato: alcuni ambienti del Tabulario furono utilizzati per la conservazione e la vendita del sale, mentre alcuni altri ambienti furono adibiti a prigione. Dopo il Medioevo, il moderno Capitolium fu soggetto ad una lenta ripresa e all’inizio dell’età moderna raggiunse l’apice del suo splendore. Durante il Rinascimento, il progetto dell’abbellimento del Campidoglio fu ripreso e, anche se lentamente, portato a termine, trasformando il Colle Capitolino in una piazza civica monumentale. Questo progetto fu assegnato a Michelangelo dal pontefice Paolo III (Farnese), predecessore di Sisto VI, prima dell’anticipata visita del Re Giorgio V d’Inghilterra a Roma. Michelangelo disegnò il progetto della Piazza del Campidoglio con uno dei più significativi contributi mai compiuti nella storia dell’urbanistica e della pianificazione della città. L’importanza della più piccola collina di Roma come “Centro Sacro” dell’antica Roma era stato completamente dimenticato in seguito alla sua trasformazione in un centro governativo e in un quartiere per i “dorati” romani, ed era in condizioni architetturali assolutamente deplorevoli. Michelangelo riorganizzò la piazza come un nuovo centro dinamico della vita politica romana. Il progetto andò avanti in diverse fasi, molto lentamente e con molteplici interruzioni e ben poco fu compiuto prima della morte di Michelangelo. Il lavoro fu iniziato nel 1538 e non fu completato fino al diciassettesimo secolo, ma il suo progetto originale fu realizzato in quasi tutti i suoi dettagli, con alcune eccezioni, come è dimostrato da varie “Incisioni” preparate da diversi artisti, quali il francese Etienne Dupérac nel 1569.
Il Campidoglio prima dell’intervento di Michelangelo; incisione anonima del 1555, Museo del Louvre
Progetto di Michelangelo per Piazza del Campidoglio: incisione di E. Dupérac, 1569
Michelangelo, che dopo la morte di suo padre nel 1534 lasciò Firenze definitivamente e andò a lavorare a Roma, trovò il Colle Capitolino nelle condizioni in cui si vede in un'incisione anonima del 1555, conservata nel museo del Louvre a Parigi.
Prima che Michelangelo iniziasse il progetto, la statua equestre in bronzo di Marco Aurelio fu fatta collocare al centro del colle da Papa Paolo III e da un ricco collezionista d’arte romana, e si trovò parzialmente attorniata da due edifici ad un angolo leggermente acuto l’uno con l’altro: l’attuale Palazzo dei Senatori (l’antico Tabularium) e l’attuale Palazzo dei Conservatori, un edificio del 1400 d.C. con arcate e logge senza ispirazione architetturale.
Seguendo le idee di Palladio, usando i classici dettagli dell’architettura romana affinché gli edifici potessero essere visti da grandi distanze, Michelangelo applicò la preziosa teoria dell’ordine “gigantesco” o colossale, che si dimostrò essenziale nel più classico progetto di urbanizzazione della città di Roma. Infatti egli affrontò e risolse la deplorevole condizione del Campidoglio in uno dei più belli e famosi progetti di architettura in Roma.
Ridisegnando la facciata del Palazzo Senatorio, Michelangelo progettò una doppia scalinata monumentale ai lati della porta d’ingresso di detto edificio. Inoltre, decidendo di muovere la vecchia torre, che era verso la parte sinistra (guardando il fronte del palazzo), esattamente al centro dell’asse centrale del palazzo, rinforzò l’asse stabilito dalla statua equestre di Marco Aurelio e dalla nuova doppia scalinata. La facciata del palazzo dei Conservatori fu trasformata in un grande schema di pilastri colossali di stile corinzio su delle basi grandissime, unificando i piani superiori ed inferiori, ogni singola loggia definita da un ordine più piccolo di colonne di stile ionico. Michelangelo disegnò un edificio simile al Palazzo dei Conservatori, chiamato Palazzo Nuovo, dall’altra parte della piazza, per bilanciare il Palazzo dei Conservatori e chiudere ufficialmente lo spazio trapezoidale al centro del Colle Capitolino con lo stesso stile architettonico.
disegni di Alessandro La Rocca
Per quanto il Palazzo dei Senatori sia più alto dei due edifici laterali, la differenza fra gli edifici non e’ cospicua. Inoltre, articolando i due palazzi più bassi con colossali pilastri e grosse colonne che aumentano la massività degli edifici, Michelangelo diede ai tre edifici lo stesso “peso” o la stessa grandezza, anche se solo immaginaria.
Una larga scalinata allungò e rinforzò il potere unificativo dell’asse maggiore del progetto, che andava dalle scale, attraverso la statua, fino al centro del massiccio Palazzo dei Senatori e finalmente alla torre centrale del palazzo. Le balaustrate nella parte bassa della piazza fecero della zona intera un’area definita e uno spazio ideale per funzioni civiche.
Michelangelo non cambiò la forma trapezoidale della piazza in modo da dare l’illusione che i due palazzi laterali convergessero verso il palazzo centrale dei Senatori, per quanto, in effetti, il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo del Museo fossero divergenti.
Michelangelo, inoltre, coordinò la forza dinamica direzionale dell’enorme ellisse che circonda la statua come una cornice, con una stella a dodici punte che unisce tutti i tre edifici. Coerenza ed energia furono componenti inseparabili del programma per il rimodernamento del Campidoglio. Lavorando con diversi elementi, quali edifici, statue, e scalinate, una piazza trapezoidale, e gli aspetti esterni della zona senza alcuna caratteristica architetturale, egli creò o inventò un'entità razionalmente integrata, organizzata e animata, fondamentale nella storia della pianificazione e urbanizzazione della città. Michelangelo progettò l’installazione di molteplici repliche di statue dell'antichità romana nella piazza e sopra tutti gli edifici e balaustre, nonché ai lati della nuova scalinata che egli progettò in modo divergente verso la sommità, creando un effetto prospettico che la fa sembrare più corta di quello che sia veramente.
Le statue che egli usò furono le seguenti: l’antica statua equestre di bronzo di Marco Aurelio (che in realtà rappresenta l’imperatore Costantino, che ebbe il ruolo più importante nel liberare Roma da Massenzio e per aver introdotto il Cristianesimo come religione ufficiale dell’impero romano), le statue dei Dioscuri Castore e Polluce sulle balaustre, la statue dell’antica Minerva, del Tevere, del Nilo nelle scalinate gigantesche al centro del Palazzo dei Senatori, le due statue nominate Trofei di Mario e due statue di Costantino sulle balaustre, a destra e a sinistra della scalinata. Naturalmente, quello che colpisce maggiormente il visitatore, salendo la nuova scalinata, sono le vedute delle molteplici statue sopra i cornicioni nella parte anteriore dei tre edifici e, finalmente, la magnifica visione della statua equestre di Marco Aurelio. Altri fattori importanti che hanno un effetto indescrivibile sul visitatore sono il gigantesco ordine che unifica le facciate dei tre edifici (preservando la tradizionale monumentalità romana) insieme ai vari portici e alla facciata “rustica” del primo piano del Palazzo dei Senatori, parte dell’edificio che non si vede dalla parte bassa della scalinata. Dopo la morte di Michelangelo nel 1564, Giacomo Della Porta apportò dei cambiamenti al progetto. Prima di tutto modificò la facciata del Palazzo dei Senatori, facendolo apparire più leggero e più distante, separandolo visivamente dai due palazzi laterali.
All’asse centrale del Palazzo dei Conservatori venne data più importanza per mezzo di una finestra molto larga in modo da dare un’impressione di aver creato lo spiazzo ancora più piccolo. Infine, Della Porta ruotò le due statue di Castore e Polluce verso la zona di Campo Marzio piuttosto che verso l’entrata della scalinata. Sommariamente, dunque, egli trasformò lo spazio chiuso creato da Michelangelo in una composizione barocca, basata su un asse longitudinale che unì la piazza alla città sottostante. La soluzione finale a forma di “U”, rassomiglia moltissimo ai palazzi e agli alberghi del secolo diciassettesimo, dove una “Cour d’honneur” forma una transizione fra l’interno e l’esterno dello spazio creato. Questo classico progetto di architettura urbanistica e di pianificazione ancora oggi può essere osservato da lontano come una composizione totale, dove l’ordine gigantesco di pilastri di stile corinzio e colonne di stile ionico danno all'intera composizione un aspetto e un carattere di antichità. Da vicino, invece, si possono ammirare una lunga serie di grandi, piccoli e preziosi dettagli architetturali. E’ da notare che con questo progetto, Michelangelo trasferì completamente la vista principale del Campidoglio dal Foro Romano verso la città, dove un panorama bellissimo di Roma, fu incorniciato dai due edifici laterali e dalle molteplici e bellissime statue dell’antichità romana. Probabilmente nessun architetto nella storia umana ha mai raggiunto tanti risultati e tante magnifiche esperienze in un singolo progetto. Ogni passo lungo il percorso, ogni veduta, ogni momento trascorso ammirando questo capolavoro di rimodellamento del Rinascimento è una esperienza ricchissima ed indimenticabile. Collegati tutti insieme questi momenti individuali si rinforzano a vicenda e creano una sinfonia celestiale.
Alessandro La Rocca - 2005
l'indirizzo mail di Alessandro La Rocca è: ACALAMOSCA@verizon.net
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