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Monumenti
Colosseo
L'Anfiteatro Flavio, comumemente noto come Colosseo (nome che risale al Medioevo, da "colosseus", "colossale", in riferimento ad una statua di Nerone, ivi presente), è il più importante e grande monumento dell'antica Roma. Fu iniziato da Vespasiano nel 72 e terminato dal figlio Tito nell’80. E' posto nella valle tra Palatino, Esquilino e Celio, in un area che aveva fatto parte della Domus Aurea neroniana. Lo scopo dell'anfiteatro era quello di ospitare spettacoli violenti come i combattimenti dei gladiatori e nel tardo Impero esso venne adibito a "venationes", cacce di belve feroci; solo nell'anno 404 per decreto di Onorio furono aboliti i scontri tra gladiatori e nel VI secolo d. C. gli spettacoli con animali. L'Anfiteatro ha la forma di un ellisse avente un asse maggiore di 188 m, asse minore di 156 m, circonferenza di 527 m., altezza di 50 m.; poteva ospitare fino a 70.000 spettatori. I terremoti del 442, del 508 e soprattutto nell'851 causarono distruzioni e la caduta di due ordini di arcate. Nel Medioevo fu trasformato in fortezza dai Frangipane e poiché era interamente rivestito di marmi, venne sfruttato per poterne utilizzare i materiali per la costruzione di nuovi monumenti. Venne più volte restaurato dai Papi Pio VII, Leone XII, Gregorio XVI e Benedetto XIV, papa dal 1675 al 1758, sancì il divieto di effettuare ulteriori spoliazioni al monumento. Molte leggende sono sorte intorno al Colosseo ed è celebre quella del Venerabile Beda (VII-VIII secolo) che disse: "finché starà il Colosseo starà Roma. Quando cadrà il Colosseo finirà anche Roma. Ma quando finirà Roma finirà anche il mondo".
Castel S.Angelo
Costruito dall'imperatore Adriano come suo mausoleo, venne iniziato nel 123 d. C. ed accolse le spoglie dei membri della dinastia imperiale fino a Caracalla. L'opera originale era costituita da un grande basamento quadrato di 89 metri di lato ed alto 15 su cui si elevava un corpo cilindrico di 64 metri di diametro e di 21 di altezza, di travertino e peperino, tra una corona di statue, e al centro una statua dell'Imperatore raffigurante il Sole che guida una quadriga in bronzo. Nel 350 l'imperatore Onorio lo incorpora nelle Mura Aureliane, sulla riva sinistra del Tevere, recingendolo con mura turrite facendone una testa di ponte fortificata di là dal fiume, in grado di sostenere gli assalti durante le invasioni barbariche. Nell'anno mille, Teodorico, re dei Visigoti, lo fortifica e ne fa una prigione e successivamente i Papi ne fanno il loro caposaldo usandolo come abitazione d'emergenza e come prigione. Il nome Castel Sant'Angelo trae origine da una antica leggenda secondo la quale durante l’epidemia di peste a Roma nel 590, il contagio terminò grazie all'apparizione di un angelo che si posò sopra il mausoleo e fece il gesto di riporre la spada nel fodero a simbolo della grazia concessa. Da quel giorno la mole fu chiamata Castel Sant'Angelo e sulla sua cima fu posto un angelo dapprima di legno, successivamente e più volte di marmo, fino all’attuale in bronzo scolpito dal fiammingo Werschaffelt nel 1753. Divenuto nel X secolo castello, si chiamò poi torre dei Crescenzi fino al 1277 quando, dopo i restauri fatti eseguire da Nicolò III divenne proprietà del Papato, che lo unì alle mura vaticane attraverso il “Passetto”, un lungo corridoio fortificato che consentiva il passaggio dei pontefici dai Palazzi Vaticani al castello. L'edificio fu nel tempo utilizzato, sia come fortezza, che come prigione fino a rappresentare il caposaldo del potere papale in Roma. Con l'avvento del governo italiano fu mantenuta la destinazione a prigione e caserma fino al 1901, quando se ne iniziò lo sgombero e fu trasformato in museo; ancora oggi è sede del Museo Nazionale di Castel S. Angelo.
Piramide Cestia
E' l’unico monumento superstite di una serie presente a Roma nel I secolo a.C., quando l’edilizia funeraria fu interessata dalla moda sorta a Roma dopo la conquista dell’Egitto nel 31 a.C.. Caio Cestio, uomo politico romano, dispose nel testamento che il proprio sepolcro fosse in forma di piramide, e fu edificato lungo la Via Ostiense, nel periodo tra il 18 e il 12 a.C.. La piramide fu successivamente inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano. La struttura, alta 36,40 metri con una base quadrata di 29,50 m di lato, è composta da un nucleo di opera cementizia con cortina di mattoni; il rivestimento esterno è costituito da lastre in marmo lunense. La camera sepolcrale, di circa 23 mq, con volta a botte, fu murata al momento della sepoltura, secondo l’usanza egiziana. Al medioevo risale probabilmente la prima violazione della tomba, attraverso un cunicolo scavato sul lato settentrionale, che ha determinato la perdita dell’urna cineraria e di porzioni notevoli della decorazione. Le pareti sono decorate a fresco secondo uno schema decorativo a pannelli, all’interno dei quali si distinguono, su fondo chiaro, figure di ninfe alternate a vasi lustrali. In alto, agli angoli della volta, quattro Vittorie alate recano nelle mani una corona e un nastro; al centro in origine doveva essere una scena di apoteosi raffigurante il titolare del sepolcro.


Mausoleo di Augusto
L’imperatore Augusto, al ritorno a Roma dopo la guerra contro Antonio e Cleopatra decise di costruire una grandiosa tomba per sé e la sua famiglia in Campo Marzio. Il Mausoleo è il più grande sepolcro a pianta circolare conosciuto, con un diametro di circa 87 metri. Era costituito da un basamento esterno, ora del tutto scomparso, e da un corpo cilindrico interno, al centro del quale vi era una un’altra costruzione cilindrica sulla cui sommità era collocata la statua di bronzo di Augusto. All’entrata del mausoleo erano posti due obelischi che oggi si trovano rispettivamente in Piazza del Quirinale ed in Piazza dell’Esquilino. L’ingresso al mausoleo avviene attraverso una breve scalinata fiancheggiata da due pilastri su cui erano fissate delle tavole di bronzo sulle quali era incisa l’autobiografia di Augusto. Al termine di un lungo corridoio si giunge ad una cella di forma circolare con tre nicchie rettangolari, dove si trovavano le tombe della famiglia imperiale, ed al centro un grande pilastro cilindrico contenente una stanzetta quadrata: probabilmente la tomba di Augusto. Dopo essere stato abbandonato e saccheggiato in epoca medievale, il mausoleo subì numerose trasformazioni. Fu usato come fortezza dalla famiglia Colonna (XII secolo), come giardino, come anfiteatro nel XVIII secolo ed, infine, come teatro e sala da concerto agli inizi del 900.   Negli anni 1936-1938, con la demolizione del quartiere circostante e la realizzazione di Piazza Augusto Imperatore, il mausoleo fu restaurato e riportato all’aspetto originario.
Colonna Traiana - Colonna di Marco Aurelio
La Colonna Traiana
è uno dei rarissimi monumenti antichi sopravvissuti pressoché intatti fino a noi, alta, compreso il basamento, m 39.87 (il fusto, con la base e il capitello, m 29.76) e composta da 25 blocchi  di marmo del diametro di m 3.5. La superficie esterna della colonna è interamente ricoperta da un fregio a bassorilievo, alto c. 1 m e originariamente arricchito dalla policromia, che racconta episodi delle guerre daciche (101-103 e 107-108. Dal basamento, una scala a chiocciola, ricavata all'interno del fusto, sale alla piattaforma dove dal 1587, in sostituzione di quella dell'imperatore, è la statua di S. Pietro.

La Colonna di Marco Aurelio
venne eretta nel 180-193 per celebrare le vittorie dell'imperatore nelle guerre contro Marcomanni, Quadi e Sarmati (campagna germanica del 172-173 in basso e campagna sarmatica del 174-175 in alto). In marmo  e con un fusto alto m 29.6 (con la base e il capitello m 42) e dal diametro di m 3.7, al cui interno una scala a chiocciola illuminata da feritoie sale alla sommità, dove era la statua dell'imperatore, andata persa nel Medioevo e sostituita nel 1589 dalla statua bronzea di S. Paolo.
Pantheon
È  senza dubbio uno tra i monumenti più belli dell'antichità romana: fatto costruire da Marco Vipsanio Agrippa in onore di tutti gli dei, fu fatto restaurare da Domiziano dopo l'incendio dell'80 e ricostruito da Adriano nel 110, giungendo ai tempi nostri quasi integro. Di particolare interesse la sua cupola, capolavoro della tecnica e dell'architettura romana per essere anche la più grande mai costruita all'epoca: è alta 43 metri e dal diametro di base uguale a quella di San Pietro, 42,56 metri. Nel 609 Bonifacio IV lo consacrò alla Madonna e a tutti i Martiri. Nel medioevo divenne una fortezza e nel 1625 per volere di Urbano VIII fu asportato il rivestimento bronzeo delle travi del portico con il quale il Bernini realizzò i cannoni di Castel Sant'Angelo ed il baldacchino di San Pietro. Il gesto del pontefice ispirò la pungente pasquinata: "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini". All'esterno l'edificio presenta un pronao largo 33 metri e profondo 16, con 16 colonne in granito grigio e rosa. Dal portale con battenti in bronzo si accede all'interno a pianta circolare con sette grandi nicchie che si alternano a otto edicole con colonnine. Si conservano le tombe dei reali d’Italia oltre a quella di Raffaello. Tra le opere d’arte che vi sono custodite di rilievo l'affresco dell’Annunciazione attribuito a Melozzo da Forlì, epigrafi funebri dei virtuosi Flaminio Vacca, Taddeo Zuccari, Perin Del Vaga, e, sull’altare maggiore, Madonna col Bambino romano-bizantina del VII secolo.
Monumento a Vittorio Emanuele II
Il Vittoriano di Piazza Venezia è sicuramente uno dei monumenti più noti di Roma, e la sua storia è ricca di piccole ma interessanti curiosità. Il suo nome deriva dal nome di Vittorio  Emanuele II di Savoia, primo Re d’Italia, cui il monumento è dedicato. L’altro nome con cui è conosciuto il Vittoriano è l’Altare della Patria, che in realtà costituisce solo un elemento dell’intero complesso. A causa del suo aspetto architettonico molto criticato da giornalisti e esperti d’arte, al Vittoriano sono poi stati affibbiati diversi soprannomi.  I romani, proverbialmente diretti nell’esprimere le proprie opinioni, non sono mai stati molto affezionati a questa ingombrante costruzione, a cui hanno attribuito l’appellativo di “macchina da scrivere” in riferimento ai voluminosi aggeggi meccanici di una volta. Spicca nel panorama della città con il colore bianco del marmo botticino impiegato per la sua costruzione, che fu iniziata nel 1885 da Giuseppe Sacconi e ultimata, a esclusione degli elementi decorativi, nel 1911 nel 1925 venne inaugurato l'altare della Patria, nel 1927 furono collocate le enormi quadrighe in bronzo e nel 1935 terminata la decorazione degli ambienti interni. Una scalea, fiancheggiata da gruppi allegorici, sale all'altare della Patria: al centro, in un'edicola, è la statua di Roma, opera di Angelo Zanelli e sotto di essa si trova la tomba del Milite Ignoto. Due scalee laterali salgono alla statua equestre di Vittorio Emanuele II, in bronzo, di Enrico Chiaradia ed Emilio Gallori, che svetta sopra una base ove sono rappresentate le principali città d'Italia. Più in alto si leva il sommoportico, coronato dalle statue delle Regioni d'Italia e, ai lati, da due quadrighe bronzee.
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